Con gli ultimi tre GP ancora da disputare, oltre ai team, anche alcuni piloti sono già proiettati al mondiale che comincerà il prossimo marzo. Se come già detto, le novità più grandi per le monoposto arriveranno solo nel 2022, la stagione 2021 appare interessante per gli effetti prodotti dal mercato piloti. Vettel prenderà il posto di Perez in quella che sarà la nuova Aston Martin (che di inglese avrà però solo il nome), Sainz affiancherà Charles Leclerc formando una delle coppie più giovani mai viste in Ferrari, Ricciardo avrà probabilmente l'ultima occasione per capire chi vuole essere da grande a bordo della rinnovata coppia McLaren-Mercedes, mentre Alonso proverà a scrivere l'ennesimo capitolo della sua avventura in F1 con il clamoroso ritorno all'Alpine-Renault. Non contando che Red Bull ed Alpha Tauri annunceranno le loro seconde guide solo al termine della stagione e che per velata (ma non troppo) ammissione di Gunther Steiner, siamo ai dettagli per vedere Mick Schumacher e Nikita Mazepin firmare con la Haas.
In quest'ottica per prepararsi al meglio alla nuova stagione, alcuni team stanno facendo pressioni sulla Federazione per consentire la partecipazione dei piloti appena nominati ai test riservati ai rookies o ai piloti delle Academies che si tengono dopo l'appuntamento finale di Abu Dhabi. Questa richiesta è dettata dalla volontà di permettere alle loro nuove guide di prendere confidenza con vetture e squadra, visto che le occasioni per prepararsi alla nuova stagione sono pressochè inesistenti. Infatti, sulla scia della fantomatica riduzione dei costi, si è deciso che i test prestagionali dai sei giorni scenderanno a tre.
Questa previsione rischia di impattare non solo sul lavoro dei team, ma anche su chi si sta preparando ad iniziare una nuova avventur. Proprio Sainz, durante le interviste del giovedì, si è espresso sulla questione sottolineando l'importanza di un eventuale strappo alla regola.
Commenti
Posta un commento