Appena 24 ore fa è arrivata la notizia inaspettata delle dimissioni da amministratore delegato del Cavallino Rampante da parte di Louis Camilleri. Oltre ad abbandonare il timone della Ferrari, il dirigente lascia anche la presidenza della Philip Morris, ufficialmente per motivi personali in seguito al periodo di degenza che lo ha visto coinvolto dopo aver contratto il Covid-19.
La posizione verrà assunta ad interim da John Elkann, anche se è già partita la ricerca del suo successore. Questa decisione sta già cominciando a creare fibrillazione nel mondo Ferrari, visto che Camilleri non è stato particolarmente apprezzato, soprattutto perchè ritenuto poco attento alla gestione sportiva e più alle dinamiche di borsa. Insomma i tifosi (e non solo) si aspettano qualcuno che ci metta passione, anima e corpo oltre alle competenze, per riportare in alto il vessillo della Scuderia di Maranello.
Il più accreditato al momento, anche se non sono ancora arrivate conferme, risulta essere Andrea Agnelli, cugino di Elkann e attuale presidente della Juventus. Già si era vociferato di un suo approdo in Ferrari per il post Marchionne e da più parti viene ritenuto come l'uomo giusto per prendere le redini del Cavallino. Lo stesso Leo Turrini in un'intervista a Calciomercato.com di qualche mese fa era sembrato della stessa idea.
“John Elkann non può fare il presidente della Ferrari. Non lo può fare perché per indole e per cultura è totalmente estraneo alla tradizione del Cavallino. La Ferrari non è solo un brand, non è solo un titolo quotato in Borsa a Wall Street e a Milano. È passione, è emozione, è un mito che ha le corse nel DNA. Elkann ha altre virtù. Dovrebbe affidare, da azionista, la presidenza delle Rosse ad Andrea Agnelli. Io sostengo questa cosa da tempo, tra un po’ mi daranno tutti ragione, fidati. È un classico. Il Drake e poi Montezemolo e persino Marchionne avevano compreso che deve essere il leader a trasmettere il senso di un valore, il valore di provare comunque a vincere, anche quando sai che forse non ci riuscirai. Alla Ferrari serve Andrea Agnelli e in fretta, poi se a lui non interessa me ne farò una ragione. Di sicuro se Elkann pensa, come ha detto al mio amico Pier Bergonzi sulla rosea, che le cose miglioreranno perché Leclerc e Sainz prenderanno casa a Maranello e quindi parleranno più spesso con gli ingegneri, via, su, passiamo alla prossima storiella. Secondo te Schumi abitava in Emilia? Ma per favore”.
Tra gli altri, come possibili candidati ci sono anche i nomi di Enzo Mattioli Ferrari, il pronipote del Drake manager di Philip Morris, il CEO Maserati Davide Grasso o l’ex FCA Altavilla braccio destro di Marchionne. Difficile aspettarsi in questo momento qualche nome a sorpresa, ma mai dire mai...
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