L'intervista esclusiva di Giancarlo Fisichella ai microfoni PlusNews.it
Come va, Giancarlo, ben ritrovato. Quasi venticinque anni fa esordisti in Formula 1, vola più il tempo o una monoposto?
"Ciao e buongiorno a tutti i vostri lettori. L'anno prossimo saranno 25 anni e a me sembra ancora ieri...sicuramente vola più il tempo. Ho ancora freschi i ricordi del mio esordio in Australia con la Minardi nel marzo 1996".
Sei diventato all'istante un idolo popolare, specie a Roma, ti sei mai dato una spiegazione?
"La Formula 1 è sempre stato uno sport molto popolare, soprattutto in quegli anni. Per quanto mi riguarda, io poi sono sempre stato il ragazzo di periferia con i suoi sogni e la sua umiltà, è sempre stato cosi e forse è uno dei motivi per cui la gente mi ricorda con piacere. Mi ha sempre fatto piacere essere fermato dalla gente per una foto o un autografo, penso sia un bellissimo segno di riconoscimento della gente verso il tuo lavoro, non mi sono mai rifiutato e troverei assurdo farlo".
Si è detto spesso “pilota fenomenale ma non fortunatissimo “, ti riconosci in questa definizione?
"Sì, potrei riconoscermi in questa affermazione, soprattutto se con "non fortunatissimo" intendi non aver avuto la macchina giusta al momento giusto. Purtroppo tutti sanno che nella Formula 1 la vettura ha un'importanza fondamentale e vale molto più del tuo talento. I 20 piloti che arrivano in Formula 1 sono tutti di alto livello e tutti potenziali vincitori. Gli anni 2005 e 2006 sono stati gli anni in cui avevo una vettura molto competitiva ma poi sono subentrati in quegli anni rotture e incidenti che non mi hanno dato la possibilità di competere con Fernando Alonso, ma sono stato contento di aver comunque vinto 2 mondiali costruttori e averlo aiutato nella lotta ai 2 titoli che ha conquistato".
Tre volte primo di cui una in Brasile, sul podio più alto a casa di Fittipaldi, Piquet e del dio del volante Ayrton Senna...
"Sì, quella del 2003 è ricordata forse come una delle gare più pazze della Formula 1, tanti incidenti sotto la pioggia, il podio con due soli piloti visto che il terzo (Alonso) era a finito in ospedale, l'errore cronometrico che mi toglie inizialmente la vittoria per poi ridarmela dopo una settimana...sicuramente mi hanno tolto la gioia di festeggiare la mia prima vittoria sul podio e questo non potrò mai perdonarglielo".
Alla fine però ce l’hai fatta ad arrivare alla Ferrari. È qualcosa di descrivibile?
"È stato un sogno realizzato, ricordo ancora il mio esordio a Monza con gli spalti completamente rossi e la gente che mi salutava e tifava, è stato bellissimo. Sicuramente i 5 gran premi non sono stati all'altezza ma era una vettura a fine sviluppo e non molto competitiva, io ho faticato senza test ad adattarmi su una vettura che modificava completamente il mio stile di guida da una settimana all'altra. Ma non rimpiango nulla anzi sono contento di essere da allora e ancora oggi un pilota Ferrari".
Fortunato o meno, è sempre nei miei ricordi quella definizione che mi desti del pilota “ siamo solo venti. In tutto il mondo. È il desiderio di centinaia di aspiranti piloti ma è realtà solo per una manciata. Siamo un’elite. In fondo che tu arrivi primo o ventesimo un po’ hai già vinto lo stesso “ e poi aggiungesti “ Certo, una volta che sei lì, fai di tutto per salire sul podio “. Ecco, forse è questo l’aspetto, la tenacia, che tutti ti riconoscevano assieme ad una classe superiore
"Eh, sì, confermo che già entrare in quella elite ovviamente un grande risultato, io ci sono rimasto per 14 anni. Riguardo la tenacia penso debba essere una caratteristica di ogni pilota a quel livello. Devi dare sempre il massimo sia che tu parti dall'ultima fila e lotti nelle retrovie sia che tu stia lottando per la vittoria. Penso sia il minimo che ti sia richiesto e lo fanno tutti i piloti perché è una nostra dote di base".
Chi sono stati i più forti del tuo tempo e di sempre?
"Io ho avuto la fortuna di correre con grandi piloti, da Schumacher ad Alonso, da Hakkinen a Villeneuve, da Hamilton a Raikkonen. Continuo a sostenere che Schumacher sia stato il più forte, Hamilton è un fuoriclasse e merita tutto quanto fatto, ma posso anche dire di aver corso accanto a Fernando Alonso che è sicuramente uno dei più forti piloti degli ultimi 30 anni".
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